“Abbiamo appreso con grande soddisfazione che il Tribunale di Roma ha accolto la nostra istanza e, prendendo atto dei due procedimenti in corso a Caltanissetta, ha deciso di ascoltare nel processo Ecorec l’avvocato Cappellano Seminara non come semplice testimone ma nella veste di imputato di reato collegato. E’ quello che noi abbiamo chiesto sin dall’inizio, dal momento che il processo di Roma ha tratto origine dalle dichiarazioni dell’avvocato Cappellano Seminara e su di esse si è sempre basato”. Così gli avvocati Antonio Ingroia e Giovanni Liotti, difensori dell’imprenditore romeno Victor Dombrovschi nel processo Ecorec riguardante il cosiddetto tesoro di Don Vito Ciancimino. “Il tribunale di Roma – aggiungono – ha compreso che non era possibile ignorare i due procedimenti in corso a Caltanissetta, e cioè quello sul cosiddetto sistema Saguto nella gestione ritenuta illecita dei beni confiscati alla mafia e quello in cui Victor Dombrovschi è parte offesa avendo denunciato l’avvocato Cappellano Seminara per reati gravissimi, tra cui falso e peculato. Una decisione molto importante, visto che le accuse di Dombrovschi contro Cappellano vengono definite dai giudici “non inverosimili”, e che perciò rappresenta un atteso punto di svolta in un processo surreale, nel quale Dombrovschi è ingiustamente sul banco degli imputati, essendo semmai lui la vittima del sistema criminale che, secondo la procura di Caltanissetta, è stato messo in piedi dall’avvocato Cappellano Seminara e dalla dottoressa Silvana Saguto. Ora – concludono Ingroia e Liotti – sarà finalmente possibile accertare la verità e smascherare i veri colpevoli”.
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