Antonio Ingroia è intervenuto su Affaritaliani per ricostruire chi è stato Bernardo Provenzano e quali misteri sono a lui legati. Qui il testo dell’intervento:
Bernardo Provenzano è morto senza aver mai parlato, senza aver mai accettato di raccontare la verità sulla lunga stagione di sangue, di tradimenti, di patti scellerati di cui è stato protagonista. Non il solo, ma uno dei principali sicuramente sì. Perché Provenzano non è stato soltanto un sanguinario capomafia, è stato anche un abile uomo dello Stato, di quell’altro Stato che volle la trattativa e che per salvare se stesso non si fece scrupoli di stringere accordi con Cosa Nostra macchiandosi insieme ad essa di delitti e stragi. Uno Stato doppio, che in pubblico fingeva di combattere la mafia ma in privato trattava con i suoi capi. Provenzano è stato furbo, ha saputo cogliere questa debolezza e si è messo in bilico tra la Mafia e lo Stato. Un equilibrista di grandi capacità nel vivere tra questi due mondi, non a caso è potuto sfuggire alla cattura per 43 anni. Non mi stupirei se qualcuno pensasse oggi che meriti funerali solenni, funerali di Stato…
Come indiscusso boss mafioso ci sono stati due Provenzano, complementari più che diversi: il Provenzano ‘u tratturi, detto così per la facilità con cui spianava, uccidendoli, i propri avversari, interni ed esterni alla mafia, e il Provenzano ‘ragioniere’, così soprannominato in quanto raffinato stratega mafioso che sapeva usare la violenza ma anche le arti della diplomazia bellica e della politica. Entrambi hanno sulla coscienza tante donne e uomini innocenti, vittime della violenza mafiosa. Ma lo Stato, quell’altro Stato, non è meno colpevole, avendo a sua volta sulla coscienza tante donne e uomini uccisi per proteggere Provenzano, come Attilio Manca, giovane medico che dopo aver operato l’allora capo di Cosa Nostra a Marsiglia è stato eliminato proprio perché quella rete di protezione non fosse scoperta.
Troppi misteri con la morte di Provenzano non troveranno mai verità e giustizia. Misteri di mafia e misteri di Stato che il boss custodiva da anni e che purtroppo non ha mai voluto svelare. Li porta con sé nella tomba, lasciando una lunga scia di sangue. Di sicuro c’è chi da oggi si sentirà più tranquillo…
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