L’articolo del Giornale di Sicilia sullo stralcio della posizione di Pino Maniaci nel processo a suo carico a Palermo, in cui il giornalista di Telejato è difeso dagli avvocati Antonio Ingroia e Bartolomeo Parrino:
Pino Maniaci, giornalista di Tele Iato divenuto noto per le sue campagne antimafia e ora sotto processo per estorsione, non sarà giudicato insieme ai boss di Borgetto e Partinico coinvolti nell’indagine a suo carico. Lo ha stabilito la seconda sezione del tribunale di Palermo, presieduta da Benedetto Giaimo, accogliendo la richiesta dei legali di Maniaci. Secondo la difesa – tesi condivisa dal tribunale non ci sarebbe alcun nesso tra le accuse rivolte a Maniaci e a quelle contestate agli altri 11 imputati che rispondono, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsione aggravata. A Maniaci, invece, si contestano episodi di estorsione semplice che non avrebbe alcuna connessione con i reati per cui i boss sono a giudizio. I giudici hanno, dunque, stralciato la posizione del giornalista che sarà giudicato separatamente, rinviando al presidente di sezione la fissazione della nuova data del processo. A Maniaci si contesta di avere preteso da alcuni amministratori locali favori e soldi. Il giornalista avrebbe minacciato le vittime che si fossero rifiutate di scatenare contro di loro la campagna di stampa. Il tribunale ha poi respinto l`istanza di esclusione di una serie di parti civili, che sono state cancellate dall’ambito prefettizio delle associazioni antiracket per infiltrazioni mafiose o per non avere svolto l`attività prevista dal loro statuto. Secondo i giudici sarebbero comunque legittimate a partecipare al processo in quanto avrebbero subito un danno dai reati commessi dagli imputati. Infine sono state ammesse come parti civili, ma solo contro Maniaci, accusato di avere ucciso i suoi cani e di avere fatto passare l`episodio per una minaccia mafiosa nei suoi confronti, due associazioni animaliste. «Un`altra palese ingiustizia è stata sanata. I giudici hanno preso atto, come noi abbiamo chiesto sin dall`inizio, che Pino Maniaci non poteva essere processato assieme ai boss mafiosi di Partinico e di Borgetto contro cui si è sempre battuto con le telecamere di Telejato». Lo dice l`avvocato
Antonio Ingroia, legale di Pino Maniaci insieme all`avvocato Bartolomeo Panino. «Abbiamo sempre sostenuto – continua Ingroia – che non c`era alcun nesso tra il procedimento a carico di Maniaci e quello a carico degli altri imputati e che, siccome i reati contestati a Maniaci erano molto meno gravi di quelli degli altri imputati, la sua posizione andava stralciata e andava processato separatamente davanti al giudice monocratico e non invece davanti al giudice collegiale, come era stato disposto dal Gup su richiesta del pm». «Precisiamo inoltre – conclude – che non conisponde al vero che le due associazioni animaliste ammesse al processo si siano costituite come parte civile contro Maniaci: si sono invece costituite parte civile contro un altro imputato, accusato di aver ucciso dei cani a scopo estorsivo. La battaglia per stabilire la verità, e cioè la totale estraneità di Maniaci alle accuse che gli sono state ingiustamente mosse, prosegue. Giustizia sarà fatta solo quando Maniaci sarà dichiarato innocente e gli verrà restituito l`onore che merita»
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